Cattedrale di Sant'Agata
La Cattedrale di Sant’Agata prende il nome dalla “santuzza” protettrice della città, la cui festa si celebra il 5 febbraio. Costruita per volere del Conte Ruggero sulle rovine di un edificio romano chiamato “terme Achilliane”, i cui resti sono visitabili accedendo ai sotterranei, la Cattedrale risale all’epoca normanna tra il 1078 e il 1093. Per renderne più rapida la costruzione, il Conte Ruggero ordinò che la pietra lavica necessaria fosse estratta dall’anfiteatro e dal teatro romano di età imperiale. Dell’originale costruzione normanna rimangono solo il corpo del transetto, due torrioni mozzi e le tre absidi semicircolari. Completamente distrutto dal terremoto del 1693, il Duomo deve la sua attuale “fisionomia” all’arte del Vaccarini, che si occupò della sua ricostruzione tra il 1733 e il 1761. Dopo che nel 1709, l’architetto Palazzotto iniziò a edificarla sulle strutture preesistenti. Dalla struttura possente, la Cattedrale presenta il caratteristico contrasto tra i marmi bianchi utilizzati per le decorazioni e quelli di varie tonalità di grigio, inoltre l’intonaco grigio scuro contrasta con il calcare bianco utilizzato per le cornici, le paraste ecc.; il sagrato con la balaustra ornata di statue da il benvenuto ai fedeli; le colonne romane arricchiscono il primo e il secondo ordine della facciata e le statue raffiguranti Sant’Agata completano l’opera. Particolare attenzione merita il portale d’ingresso laterale marmoreo, realizzato da Gian Domenico Mazzolo di Carrara nel 1577, appartenuto alla precedente Cattedrale, e utilizzato dal Vaccarini come elemento di continuità con il passato. Da una porta posta sul lato destro della facciata è possibile accedere a i resti delle Terme Achilliane. Numerose le opere conservate all’interno del Duomo, tra le quali meritano particolare attenzione il portale del transetto destro, risalente al 1545, e il portale quattrocentesco della cappella absidale destra, che conduce alla “camaredda” (stanza in cui è conservato il tesoro di S. Agata); di alto valore storico l’affresco raffigurante l’eruzione dell’Etna del 1669 collocato nella sagrestia. Inoltre è possibile vedere la tomba di Costanza d’Aragona, morta nel 1363, un sarcofago tardoromano (III sec. d.C.), che conserva le spoglie di alcuni sovrani aragonesi, e la tomba di Vincenzo Bellini.